Isfahan è stata la nostra ultima tappa dopo Yazd e prima di rientrare a Teheran, passando per Abyaneh, Kashan e Qom.

Isfahan ci ha regalato delle vere e proprie meraviglie architettoniche, come la Moschea Sheikh Lotfollah, una piazza enorme circondata da minareti e colma di allegre famiglie e il più bel pic-nic iraniano a base di kebab che mai potessimo immaginare.

Cosa vedere a Isfahan?

Isfahan è la terza città dell’Iran, ma è rimasta sicuramente tra i ricordi indelebili del nostro viaggio in Iran. Il centro della città è la spettacolare piazza di Naqsh-e-Jahan, lunga oltre 500 metri e larga 162 metri, realizzata nel 1602 da Abbas I per mostrare tutta la bellezza e l’importanza di questa città.

La piazza è infatti circondata dall’elegante Masjed-e-Shah, dal Bazar-e-Bozorg, dalla moschea Sheikh Lotfolloah e dal palazzo Ali Qapu.

Vi servirà un’intera giornata per visitare tutte queste meraviglie, per godere della magnificenza dei portali d’ingresso, dei cortili, dei minareti e delle cupole che svettano attorno a questa piazza. Dalla terrazza del palazzo Ali Qapu avrete una delle viste migliori sulla piazza, specialmente durante il tramonto quando le luci si fanno morbide.

Evitate invece le ore centrali perché il sole è davvero forte e nella piazza non ci sono zone d’ombra. Approfittate del bazar per bere un rinfrescante e tonificante Khakshir, la bevanda a base di acqua di rose, limone e strani semi di cui non siamo riusciti a tradurre il nome in italiano, ma che potrete comprare anche al bazar.

L’altra imperdibile tappa è Masjed-e Jameh, il complesso della moschea del venerdì, un luogo di culto molto frequentato, nonché un vero e proprio museo architettonico di arte islamica. Una meraviglia di colori, di mosaici e di dettagli raffinati.

Se avete un’ultima sera a disposizione trascorretela passeggiando tra il ponte Khaju e Seh Pol, distanti tra loro circa trenta minuti a piedi. Qui vedrete famiglie e ragazzi a spasso e potrete trascorrere una meravigliosa serata facendo un pic-nic lungo il fiume come amano fare i locali.

Da Isfahan a Abyaneh, a Kashan fino a Qom

Sulla strada per tornare a Teheran ci siamo fermati ad Abyaneh, un villaggio nelle montagne, dove il tempo sembra essersi fermato tra le sue case rosse e gli anziani con gli abiti tradizionali.

Proseguendo abbiamo poi sostato una notte a Kashan, nell’incantevole Negin Traditional Hotel, per visitare la case tradizionali di Boroujerdi e Tabatabaei. La leggenda narra che quando il figlio del primo mercante chiese in sposa la figlia di Tabatabaei, quest’ultimo acconsentì solo a condizione che la figlia potesse vivere in una casa bella almeno quanto quella in cui era cresciuta. Ecco perché queste due case tradizionali sono così eleganti e raffinate da meritare una visita.

Continuando da Kashan abbiamo previsto una tappa a Qom, la seconda città sacra dell’Iran dopo Mashhad. Qom è la sede le magnifico santuario Hazrat-e Masumeh, dove ha sede l’ala più conservatrice del clero che governa dal 1979. Il mausoleo vi lascerà senza fiato per la sua bellezza, ma per visitarlo dovrete farvi accompagnare da un volontario parecchio intransigente del mausoleo, che vi permetterà di fare qualche foto. Tutte le donne devono indossare il chador, che vi verrà consegnato all’ingresso e che delle gentilissime signore vi aiuteranno a indossare.